Parotidite e parodontite, due patologie simili solo nel nome

Spesso sentiamo parlare di parotidite e parodontite, due termini molto simili ma che si riferiscono a due patologie differenti. Ovviamente entrambe sono legate ai denti, ma la parotite rappresenta un’infezione che colpisce le ghiandole salivare. Mentre la parodontite è un’infiammazione che aggredisce le gengive. Vedremo nel dettaglio di cosa si tratta, per poter mettere in atto una corretta prevenzione e assunzione di rimedi adeguati.

La paratidite: di cosa si tratta nel dettaglio?

Sulla parotidite, scrive Dentalpharma, che si tratta, come accennato nel paragrafo precedente, di una infiammazione che colpisce le ghiandole salivari. Risulta molto frequente in quei pazienti che presentano problemi alle ghiandole poco prima citate e meningiti. Nello specifico si tratta di un virus appartenente al gruppo dei Paramyxovirus. Quando questo entra in azione, le ghiandole iniziano ad ingrossarsi e dall’esterno è possibile vedere un rigonfiamento, dietro l’angolo della mandibola. Come accade per morbillo, varicella e rosolia, anche la parotite si può attaccare. In particolare la trasmissione avviene attraverso delle goccioline respiratorie che vengono immesse nell’aria che respiriamo tossendo o starnutendo.

Cosa si intende invece per parodontite: sintomi e prevenzione

Quando invece parliamo di parodontite ci si riferisce a qualcosa di totalmente diverso: una malattia infiammatoria che colpisce le nostre gengive. Di solito si sviluppa in soggetti adulti e ha come cause una cattiva igiene orale oppure carenza vitaminica. Spesso si riscontra in persone affette da tabagismo, diabete e neolpasie. Purtroppo si tratta di un’infiammazione molto diffusa, sia a livello grave che non. Per svolgere una corretta prevenzione, bisogna prima di tutto operare una rimozione di tartaro almeno una volta l’anno. Infatti questo va a creare la placca, che è fonte primaria di infiammazioni gengivali. Inoltre è bene lavarsi sempre i denti, ogni volta che terminiamo un pasto e utilizzare collutori ad hoc. Inoltre possiamo assumere vitamina C, in quanto propria in sua assenza siamo più esposti a sviluppare questa patologia. Inoltre sarebbe bene utilizzare il filo interdentale e dentifrici contro la formazione di placca. Tra i sintomi più diffusi abbiamo:

  • alitosi;
  • dolore gengivale;
  • bruciore;
  • mobilità dentaria;
  • Ascesso parodontale;
  • Essudazione purulenta;
  • Recessioni gengivali.

Conclusione

La parodontite e la parotidite sono molto facili da confondere per via della somiglianza dei due termini. Si tratta invece di due patologie completamente differenti. Nel primo caso infatti, come si è visto, abbiamo un’infiammazione meramente gengivale. Sono quindi le gengive ad essere infiammate e le cause possono essere diverse. Prima tra queste è sicuramente la formazione di placca batterica, quindi una cattiva igiene orale. Infatti si consiglia vivamente per effettuare una corretta prevenzione di recarsi presso il nostro dentista di fiducia almeno una volta l’anno per rimuovere il tartaro in eccesso. Si tratta della famosa pulizia dei denti, che spesso e volentieri risulta fastidiosa ma è un ottimo elemento di prevenzione. Per quanto riguarda invece la parotidite si tratta di una patologie legata all’infiammazione delle ghiandole salivari. Il rigonfiamento di queste si nota dall’esterno, poco sotto l’orecchio, motivo per cui nel gergo si usa l’espressione orecchioni per indicare questa infiammazione. Si sviluppa spesso in soggetti che hanno già problemi alle ghiandole salivari oppure hanno la meningite. Questa patologia infiammatoria è molto meno frequente, almeno ad oggi, rispetto alla parodontite. Tra le due infiammazione, non è facile capire quale sia quella più invasiva. Infatti entrambe se violente, possono arrivare a compromettere diverse attività, come quella di mangiare, chiudere la bocca e così procedendo. Inoltre il dolore e il fastidio può essere in entrambi i casi molto forte. Si consiglia appena individuati i sintomi, di assumere antiinfiammatori antidolorifici, atti a far scemare o scomparire il dolore, e a stemperare l’infiammazione in corso. Dopodiché meglio recarsi da uno specialista.